Gli impianti elettrici costruiti prima del 1990, ossia prima dell'entrata in vigore della Legge 5 marzo 1990 n.46, possono essere ormai obsoleti e non a norma. La messa a norma di un vecchio impianto è obbligatorio solo in tre casi:
- allaccio di nuove utenze (gas, luce, acqua);
- nuova segnalazione di agibilità;
- immobili soggetti a prevenzione incendi.
Ti ricordiamo però che un impianto a norma è importante sia per la sicurezza che per il risparmio energetico.
Dal 1 gennaio 2016 è entrata in vigore la Delibera n° 180/2013/R/EEL dell’Autorità per l’Energia elettrica, il gas e il sistema idrico (AEEG), che riduce al 33% la soglia dell'energia reattiva gratuita. L'energia reattiva non è altro che l'energia dispersa dalle linee di distribuzione che, fino ad una certa soglia, non viene contabilizzata al cliente pur costituendo uno spreco di energia.
Alcuni impianti a bassa tensione costringono il fornitore a sprecare molta energia per consegnarne poca. Questa delibera l'AEEG consente ai fornitori di energia elettrica di chiedere agli utilizzatori finali il rifasamento dell'impianto, pena l'interruzione del servizio.
Quali sono i limiti al di sotto dei quali l'impianto non è più adeguato? Il fattore di potenza in corrispondenza del massimo carico deve essere almeno pari a 0,9. Il fattore di potenza medio mensile deve essere almeno pari a 0,7. I titolari di impianti con fattore di potenza medio mensile inferiore a 0,7 dovranno quindi adeguare l'impianto per portarlo almeno a questo valore.
Ampliamenti, frazionamenti e interventi di riqualificazione energetica dell'abitazione possono richiedere il potenziamento dell'impianto. Il potenziamento di un impianto elettrico può consistere in un ampliamento o nella semplice installazione di componenti aggiuntive.
In questo articolo parleremo dei costi di messa a norma, rifasamento e potenziamento degli impianti elettrici, con un approfondimento sulla normativa di riferimento e sulle detrazioni fiscali per il rifacimento degli impianti domestici.
Adeguare l'impianto elettrico domestico: prezzi
Per adeguare un vecchio impianto alle moderne esigenze può essere necessario sostituire il quadro elettrico, installare nuovi punti luce/punti presa oppure uno scaricatore di sovratensione, indispensabile per l'utilizzo di sistemi di controllo domotico dell'abitazione.
Per gli ampliamenti si può scegliere di creare nuovi percorsi sottotraccia oppure realizzare un impianto elettrico esterno, molto più economico.
Per rifasare un impianto elettrico in genere è sufficiente installare un sistema di rifasamento automatico, che costa da 15 a 20 € al Kvar più l'installazione.
Di seguito trovi i costi degli interventi più comuni.
Intervento | Costo indicativo |
rifacimento completo impianto elettrico domestico |
da 30 €/mq |
rifacimento parziale impianto elettrico domestico |
7 €/metro lineare |
sostituzione quadro elettrico |
da 30 € più la posa |
installazione scaricatore di sovratensione |
da 25 € più la posa |
rifasamento impianto elettrico domestico |
da 50 €/Kvar |
La posa di un nuovo quadro elettrico o di uno scaricatore di sovratensione, tra collaudo e certificazioni, costa circa 250 €.
Un consiglio per risparmiare
Adeguare un impianto elettrico ha un costo variabile a seconda delle zone, anche in funzione dei prezzi della manodopera. Per essere sicuro di scegliere un preventivo davvero conveniente ti consigliamo di confrontare più offerte.
Confrontare anche solo due o tre preventivi ti permette di
- farti un'idea dei costi di adeguamento degli impianti nella tua città;
- trovare imprese disponibili a trattare sui costi della manodopera;
- confrontare più soluzioni sulla base dell'esperienza di professionisti del settore.
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Impianto elettrico domestico: normativa
Per la progettazione degli impianti elettrici civili si fa riferimento a due norme:
- Legge 5 marzo 1990 n.46
- Norma CEI 64-8.
La Legge 5 marzo 1990 n.46 contiene:
- le caratteristiche delle imprese abilitate ad intervenire sugli impianti elettrici;
- l'obbligo da parte delle imprese di realizzare un progetto, eseguire il collaudo finale e rilasciare al committente la Dichiarazione di conformità o la Dichiarazione di Rispondenza (DIRI), con un’unica eccezione per le manutenzioni ordinarie;
- l'obbligo per l'impresa di depositare in comune il progetto di rifacimento e la Dichiarazione di conformità o il certificato di collaudo, nel caso di rifacimenti parziali solo della parte interessata dai lavori, entro 30 giorni dalla fine dei lavori.
Norma CEI 64-8
La Norma CEI 64-8 e successive varianti contengono i requisiti minimi per un impianto a norma, che sono
- interruttore generale: si
- numero minimo di circuiti:
≤ 50 mq: 2
50-75 mq: 3
75-125 mq: 4
> 125 mq: 5
- numero minimo di interruttori differenziali su cui suddividere i circuiti: 2
- protezione contro le sovratensioni: SPD all’arrivo linea se necessario per evitare rischio 1 (perdita di vite umane)
- prese telefono/dati:
≤ 50 mq: 1
50-100 mq: 2
> 100 mq: 3
<100 mq: 1
>100 mq: 2
- campanello: si
- citofono: si
Questi sono i requisiti indispensabili, ma la CEI 64-8 individua anche tre livelli prestazionali, di cui parliamo nel nostro articolo sugli impianti elettrici civili.
Adeguare l'impianto elettrico domestico: detrazioni fiscali
Fino al 31 dicembre 2018 sarà possibile usufruire delle agevolazioni fiscali per la ristrutturazione anche per l'adeguamento dell'impianto elettrico.
E' possibile ottenere il rimborso Irpef del 50% della spesa sostenuta sui seguenti interventi:
- sostituzione e l'integrazione per la messa a norma dell'impianto elettrico;
- sostituzione e riparazione dell'impianto elettrico con innovazioni.
Per ottenere le detrazioni è necessario pagare con bonifico bancario o postale, contenente:
- riferimento normativo (articolo 16-bis del Dpr 917/1986);
- codice fiscale del beneficiario della detrazione;
- codice fiscale o partita Iva del beneficiario del pagamento.
Nel caso in cui ci siano più beneficiari, è necessario indicare il codice fiscale di tutti i beneficiari. Nei condomini, invece, è sufficiente indicare il codice fiscale del condominio, dell'amministratore o del condomino che esegue il bonifico se si tratta di un condominio minimo.