per rifare un impianto elettrico a norma serve un elettricista qualificato

Quanto si ristruttura un'abitazione, specie se di costruzione non recente, può esserci la necessità di mettere a norma l'impianto elettrico.

La legislazione di riferimento per gli impianti elettrici ad uso civile è rappresentata principalmente dalla norma CEI 64-8. Tale norma, emanata nel 2012, è stata modificata a luglio del 2017 con l'inserimento di una nuova parte dal titolo “Efficienza energetica degli impianti elettrici”, che contiene indicazioni per la realizzazione di impianti elettrici efficienti anche dal punto di vista dei consumi, da applicare sia alle nuove installazioni che alle ristrutturazioni.

Sono state inserite anche diverse varianti con aggiornamenti di carattere tecnico orientati a migliorare la sicurezza degli impianti, a favorire la corretta gestione delle nuove tecnologie, a facilitare la scelta delle componenti e la realizzazione di impianti per applicazioni particolari.

Altre normative di recente emanazione sono il D.M. 37/2008, che prevede che al termine dei lavori di realizzazione/modifica dell'impianto elettrico venga rilasciata una dichiarazione di conformità, che può essere prodotta solo da imprese abilitate.

Il DPR 462/2001, infine, contiene indicazioni per la sicurezza degli impianti elettrici, in particolare i dispositivi per la messa a terra e gli impianti pericolosi.

In questo articolo parleremo di quanto costa rifare un impianto elettrico a norma, di quali sono le conseguenze in caso di non conformità degli impianti e di quali sono le detrazioni fiscali per questo genere di lavori.

Impianto elettrico a norma: costo

Quanto costa un impianto elettrico a norma? Il costo medio di rifacimento di un impianto elettrico esistente, compresa la progettazione, è di circa 3mila euro.

Possono esserci ampie variazioni a seconda del livello dell'impianto. La norma CEI 64-8 infatti individua tre livelli di prestazione per gli impianti elettrici ad uso civile.

  • Livello 1 - impianti con requisiti minimi di sicurezza e usabilità.
  • Livello 2 - impianti standard con predisposizione per prese dati e TV, videocitofono e allarme.
  • Livello 3 - impianti domotici con scaricatore di sovratensione (SPD), predisposti per sistemi di gestione remota di luci, tapparelle, sistemi anti intrusione.

Il rifacimento parziale costa circa 7 euro al metro lineare più il costo di punti luce e punti presa, variabile a seconda della tipologia. Può essere finalizzato solamente all'adeguamento di alcuni aspetti come le distanze di sicurezza delle prese dai punti idraulici e la realizzazione della messa a terra (l' impianto elettrico senza messa a terra non è a norma!).

Un consiglio per risparmiare

Il rifacimento di un impianto elettrico a norma ha un costo variabile anche in base ai prezzi della manodopera nelle diverse zone. Per questo motivo, prima di accettare un preventivo, ti consigliamo di confrontare più offerte.

Confrontare anche solo due o tre preventivi ti permette di

  • capire quanto costa rifare l'impianto elettrico a norma di legge nella tua città;
  • trovare elettricisti disponibili a trattare sui costi di posa, senza risparmiare sui materiali;
  • confrontare diverse soluzioni sulla base dell'esperienza di professionisti del settore.

Preventivi per l'impianto elettrico a norma... tra un impegno e l'altro

Hai tanti impegni e poco tempo per confrontare le offerte? Se vuoi, puoi richiedere preventivi a professionisti vicini a dove vivi tramite il nostro sito.

Basta compilare una breve richiesta e in poche ore riceverai tre preventivi per il tuo impianto elettrico da tre imprese specializzate della tua zona.

I preventivi che riceverai tramite il nostro portale sono gratuiti e non impegnativi. Se nessuno di essi fa al tuo caso, non devi fare altro che rimetterti in cerca della soluzione adatta a te!

Che succede se l'impianto elettrico non è a norma?

Vivere in una casa con impianto elettrico non a norma non ha conseguenze sul piano legale, ma solo su quello della sicurezza e del risparmio energetico.

Non è neppure vero che l'impianto elettrico debba essere a norma per poter vendere o dare in affitto l'immobile. Con il DL 112/2008 è stato di fatto abrogato l'obbligo di allegare il certificato di conformità degli impianti al rogito, anche se è sempre consigliabile farlo se possibile, per evitare successive contestazioni. Se l’acquirente è d’accordo, si può addirittura inserire una clausola specifica in cui si denuncia lo stato dell’impianto e l’acquirente si assume l’incarico di mettere in sicurezza l’impianto, sollevando il venditore da ogni responsabilità. Una clausola simile si può inserire anche in un contratto di locazione, perché il locatario potrebbe rivalersi sul proprietario in caso di incidenti dovuti ad un impianto privo dei requisiti minimi di sicurezza.

Il certificato di conformità dell'impianto è obbligatorio solo in tre casi

E' possibile distinguere tra immobili costruiti prima o dopo il 1990, ossia prima dell'ingresso in vigore della Legge 5 marzo 1990 n.46, contenente i requisiti minimi per la sicurezza degli impianti elettrici.

Nel caso degli immobili antecedenti al 1990 bisognerà probabilmente installare almeno salvavita e messa a terra, per rientrare nei "requisiti minimi" posti dalla norma CEI 64-8.

Per quelli successivi al 1990 potrebbe essere sufficiente una Dichiarazione di Rispondenza (DIRI), rilasciata da un tecnico abilitato. Verificare se l'impianto elettrico è a norma e rilasciare l'apposita certificazione ha un costo minimo di 350 euro.

Impianto elettrico a norma e detrazioni fiscali

Con l'ultima Legge Finanziaria sono state prorogate fino al 31 dicembre 2018 le detrazioni fiscali per la ristrutturazione, comprendenti il rimborso Irpef del 50% della spesa sostenuta per gli interventi di ristrutturazione, restauro e recupero conservativo degli immobili ad uso abitativo.

E' possibile portare in detrazione la sostituzione dell’impianto elettrico o la sua integrazione per messa a norma secondo i requisiti previsti nel DM 37/2008, sia che si tratti di un appartamento privato che di un'area comune condominiale.

Per ottenere le detrazioni è necessario acquisire il certificato di conformità dell'impianto e pagare le fatture relative ai lavori con bonifico parlante, contenente la seguente causale:

Bonifico relativo a lavori edilizi che danno diritto alla detrazione prevista

dall’articolo 16-bis del Dpr 917/1986.

Pagamento fattura n. ...

del ...

a favore di ...

partita Iva ...

Beneficiario della detrazione ...

codice fiscale …

Per approfondire puoi leggere il nostro articolo sulle detrazioni fiscali per la ristrutturazione.

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