Permesso per trasloco di occupazione temporanea di suolo pubblico

Le valigie sono chiuse, gli scatoloni ricoperti di nastro adesivo, le chiavi del nuovo appartamento nella tasca sinistra. Il furgone per il trasporto sta parcheggiando a filo di marciapiede, sulla strada, proprio di fronte al piano terra del palazzo. É tutto pronto per lasciarsi alle spalle la vecchia casa e la vecchia vita, o almeno così pensavate, finché nel corso delle operazioni di carico e scarico giunge la Polizia Municipale e richiede un documento che spesso passa sotto traccia, ma è fondamentale in questi casi: il permesso per trasloco di occupazione del suolo pubblico.

Eppure, entrarne in possesso ed evitare così fastidiose beghe amministrative è piuttosto semplice e, nel caso di un'operazione breve, per nulla costoso. Scopriamo di più a riguardo.

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Come richiedere il permesso di occupazione per trasloco

L'iter per ottenere l'autorizzazione a operare il trasloco su suolo pubblico comincia con l'inoltro della richiesta al proprio Comune di residenza e presso quello di destinazione, se differenti. Ogni comune ha le sue regole e le sue modalità di inoltro, che divergono anche e soprattutto in base al suo grado di digitalizzazione. In generale, la maggior parte dei comuni italiani forniscono tale servizio tramite il sito internet, ed è sufficiente digitare le parole chiave "occupazione suolo" per accedere alla modulistica dedicata.

In altri casi, tuttavia, tale implementazione può essere assente, e a quel punto è necessario informarsi telefonicamente o recarsi personalmente agli sportelli dell'ente addetto. Nella maggior parte dei casi si tratta di un ufficio comunale apposito, anche se alcuni, come il comune di Torino e quello di Bolzano, rimandano la gestione dei permessi di occupazione del suolo pubblico al comando locale della Polizia Municipale.

Tipologie di permessi per trasloco

Le tipologie di autorizzazioni sono sostanzialmente due: permanente, se la durata dell'occupazione è superiore a un anno, e temporanea, se la sua durata è inferiore.

La prima viene solitamente concessa a commercianti e venditori ambulanti che occupano stabilmente una certa posizione (come le bancarelle dei mercati o i dehor dei ristoranti), mentre la seconda viene principalmente rilasciata per eventi di durata limitata, come le fiere e i festival, oppure nel caso di una richiesta di permesso di breve durata per permettere le operazioni di trasloco.

In quest'ultimo caso, il dettaglio maggiormente importante da specificare è la durata dell'occupazione temporanea necessaria, in base alla quale viene valutato l'eventuale costo del rilascio.

Eventuale, sì, perché se essa è inferiore alle 6 ore, il permesso viene rilasciato a titolo gratuito, eccezion fatta per le due marche da bollo da 14,52 euro, necessarie per vidimare la richiesta ufficiale.

Sarebbe dunque preferibile trovare il modo di organizzarsi e non prolungare le operazioni di carico e scarico oltre il tempo limite. Nel caso in cui questo non fosse possibile, si passa al calcolo di una tariffa personalizzata in base al tempo di occupazione e alla porzione di suolo in metri quadri. In ogni caso, non tutte le amministrazioni locali presentano questa opzione.

Il comune di Milano, per esempio, richiede la tassa per un giorno anche nel caso in cui il permesso di occupazione per trasloco serva soltanto per poche ore. Esso stima la tariffa applicata per una porzione di 20 metri quadri tra i 50 e i 150 euro, aggiungendo anche l'importanza della via tra i criteri di definizione del prezzo. Per quanto riguarda Napoli, invece, il canone per occupazione di durata inferiore alle 24 ore è invece fisso a 35 euro.

Consigli utili per l'inoltro della richiesta

La regola d'oro per l'ottenimento del permesso di occupazione per trasloco senza intoppi è di non ridursi all'ultimo momento a effettuare la richiesta.

Come già detto, l'iter di per sé non è complicato, ma può subire ritardi per problematiche amministrative o tecniche (come l'installazione della segnaletica che indica il suolo occupato), dunque praticamente ogni comune raccomanda caldamente di attivarsi almeno una settimana prima rispetto al giorno in cui s'intende effettuare il trasloco. Il caso limite è quello di Roma, che indica i tempi di risposta fino a 30 giorni, scaduti i quali vale la regola del silenzio assenso. Insomma, specialmente se il trasloco è programmato da tempo, la cosa migliore è togliersi il pensiero il primo possibile.

Un'altra raccomandazione, che in caso di mancata osservanza può comportare contravvenzioni anche salate, è di tenere sempre sott'occhio il lavoro dell'eventuale ditta di traslochi e lo stato della porzione di suolo occupata, che una volta terminate le operazioni deve ritornare al suo stato originale, senza detriti, rifiuti o oggetti dimenticati.

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Possibili criticità? Ci pensa l'impresa di traslochi

Ottenere un permesso per trasloco di occupazione di suolo pubblico è relativamente semplice, ma in base alle norme specifiche del comune interessato e ad altri fattori la questione può complicarsi e comportare nuovi oneri.

Un esempio in questo senso è ancora il comune di Milano, che per l'utilizzo di un tir di dimensioni superiori ai 7 metri nell'area C, per esempio, richiede un sovrapprezzo legato alla viabilità e ai trasporti eccezionali.

A causa di queste possibili complicanze, difficili da mettere in conto a prima vista in quanto legate ad ambiti differenti, può essere una buona idea delegare l'operazione di richiesta del permesso alla ditta a cui si è affidata la gestione del trasloco, che può mettere in campo la propria esperienza e conoscenza ed evitare così noiosi grattacapi.

Del resto, siccome possono sfruttare procedure e tariffe agevolate a loro dedicate, buona parte delle imprese che si occupano di traslochi include questa possibilità in pacchetti dedicati, se non direttamente parte nella loro tariffa base. Allora perché non affidarsi a un professionista e togliersi la preoccupazione di poter incappare in qualche piccolo cavillo, stressante e doloroso per le proprie tasche?

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